E’ scomparso il Prof. Giacomo Ferraù
Giorno 29 è venuto a mancare il prof. Giacomo Ferraù, già ordinario di Filologia medievale e umanistica. In questo momento di grande tristezza Il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne in tutte le sue componenti si unisce al dolore di famigliari, amici e di tutta la comunità scientifica che ne ha apprezzato il tratto umano e professionale. Formatosi a Messina, dove ha svolto tutta la sua carriera universitaria, da assistente a professore ordinario, nel 1980, di Filologia medievale e umanistica, Giacomo Ferraù ha anche ricoperto importanti ruoli istituzionali come Direttore del dipartimento di Studi tardoantichi, medievali e umanistici, Preside della Facoltà di Lettere e filosofia e Prorettore vicario negli anni 1995-1998.
Membro della Commissione per l'Edizione nazionale dei testi umanistici, ha operato all’interno del Centro Interdipartimentale di Studi Umanistici (oggi Centro Internazionale di Studi Umanistici), come condirettore della rivista "Studi medievali e umanistici" e membro del comitato scientifico di numerose collane. A lui si deve l’impianto a Messina di un fecondo indirizzo di studi storiografici, non solo aperto alla ricerca filologica e d’archivio ma attraversato da forte tensione verso i risvolti ideologici. La sua attività, che si è esplicata anche nella scuola di Dottorato di ricerca in Filologia antica e moderna, ha sempre mirato alla ricostruzione del reticolo storico degli ambienti culturali medio-umanistici italiani, con un'attenzione particolare alle problematiche storiografiche del Meridione e della Sicilia. Fin dal suo primo contributo, dedicato negli anni Settanta alla cronaca di Niccolò Speciale, ha toccato punti nevralgici della ricerca storica fra Tre e Cinquecento, da Poggio Bracciolini a Machiavelli, raggiungendo i risultati più alti con gli studi su Lorenzo Valla.
La sua cifra intellettuale era la curiosità, che ha consentito di accendere, intorno al centro prioritario delle sue ricerche, interessi a largo spettro verso la cultura umanistica in generale: si è misurato con quasi tutti i generi letterari (dialoghi, epistolari, trattati, esegesi a testi volgari e latini) e ha saputo operare grandi sintesi che hanno aperto la strada a innumerevoli ricerche, ben al di là dell’ambito strettamente italiano. La sua acuta capacità di analisi dei fenomeni storico-culturali e la sua attitudine speculativa lo hanno inoltre condotto verso gli studi di teoria della letteratura in età umanistica. I suoi progetti di ricerca hanno costantemente ottenuto dal MIUR riconoscimento di rilevanza nazionale (vari i PRIN di cui è stato responsabile fin dal 1997).
É stato autore di numerosi articoli, contributi in volumi e in atti di convegno, monografie che hanno segnato momenti significativi nel più ampio dibattito scientifico internazionale. Gran parte dei suoi scritti sono oggi raccolti in una pubblicazione del CISU (Storiografia umanistica) che, insieme all’ultimo libro (Cultura, propaganda, riflessione politica nell’Italia padana, tra XIV e XV secolo), costituiscono il lascito più duraturo per le nuove generazioni di studiosi.