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Maria Grazia De Domenico

Maria Grazia De Domenico

mardedomenico@unime.it mariag.dedomenico@gmail.com

I bestiari e le scienze naturali nel Medioevo

Abstract

Al centro della ricerca vi sono lo studio del rapporto uomo-animale e la rappresentazione degli animali nel Medioevo.  Considerato nelle sue relazioni con l’uomo, l’animale è coinvolto in ogni settore della storia sociale, economica, materiale, culturale, religiosa e simbolica. Sebbene a lungo eclissato nelle ricostruzioni storiche a causa dell’accento posto per millenni sull’unicità della razionalità di Homo sapiens, esso viene oggi considerato come fondamentale coprotagonista dell’evoluzione umana, grazie anche alla nascita di nuovi campi di indagine – come quello degli Animal Studies, della zooarcheologia, della zoosemiotica, della zooantropologia, per citare solo alcuni degli ambiti di ricerca attualmente in corso – che cercano di comprendere se e come il rapporto con il mondo animale abbia modellato la storia dell’umanità. Nel Medioevo, in particolare, l’animale è onnipresente sia nella vita reale e quotidiana sia sul piano della produzione simbolica e dell’elaborazione culturale: sembra che «nel mondo occidentale nessun’altra epoca lo abbia tanto e così intensamente pensato, raccontato, rappresentato» (M. Pastoureau, Bestiari del Medioevo). Ne sono testimonianza significativa i bestiari, opere tipicamente medievali in cui si parla delle diverse specie zoologiche per trarne significati morali e religiosi. La trattazione dei bestiari rispecchia perfettamente il pensiero medievale, che si costruisce quasi sempre intorno a una relazione di tipo analogico: ogni animale appare infatti come l’immagine di un’altra cosa che gli corrisponde su un piano superiore, di cui esso è il simbolo. Nel pensiero medievale ogni oggetto materiale possiede, prima dell’apparenza visibile e di ogni altra funzione, quella di segno, di specchio di verità spirituali o di insegnamenti morali e virtù. In quest’ottica l’universo si configura come un vastissimo repertorio di simboli divini e un ausilio alla sua decifrazione viene dalle opere che illustrano i significati nascosti delle nature e dei comportamenti animali. All’interno di questi testi si manifestano tuttavia varianti e differenze di atteggiamenti, tutt’altro che fissi e immobili. Le classificazioni delle famiglie di bestiari e le modificazioni che li accompagnano si evolvono con l’approfondirsi delle ricerche su queste opere e mostrano ad esempio come, nel XIII secolo, sebbene continui ad essere essenziale l’exemplum e la significatio, inizi a manifestarsi, nei confronti del mondo e dei fenomeni naturali, un atteggiamento di curiosità scientifica e di ricerca che prelude alla nascita della moderna scienza sperimentale, anticipandone metodi e prospettive teoriche.  I termini experientia, experimentum, experiri cominciano ad assumere un ruolo di primo piano nella zoologia del XIII secolo e numerosi riferimenti alla sperimentazione diretta si trovano già nel De arte venandi cum avibus di Federico II di Svevia.  L’obiettivo della ricerca è quello di arrivare a una migliore conoscenza del messaggio degli autori di trattati e libri di animali sulla natura e le proprietà di alcune specie, in particolare il cavallo, per poi ricollocarlo nei suoi diversi contesti e tentare di verificarne l’articolazione a partire dai rapporti reali che intercorrono tra i soggetti coinvolti, ritenendo che l’animale simbolico vada messo alla prova dell’animale in carne e ossa e delle effettive esperienze di contatto con gli individui umani nella vita reale.

Parole chiave: Animale – Medioevo – Bestiario – Zoologia – Cavallo 

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Contatti

Prof.ssa Alessandra Falzone
Coordinatrice del Dottorato in Scienze Cognitive
amfalzone@unime.it