Presentazione

Il corso di studi triennale in “Scienze del turismo, della cultura e dell'impresa” nasce dall'accordo di partnership tra il Dipartimento di Scienze cognitive e quello di Economia dell'Università degli Studi di Messina. Questa struttura interdipartimentale garantisce dunque, sin dalla formulazione dell'offerta didattica, una forte vocazione interdisciplinare capace di mediare e di armonizzare in un percorso coerente due grandi aree del sapere: quella del Turismo culturale e quella della gestione economica delle imprese del comparto turistico. Entrambe le aree disciplinari sono rappresentate da altrettanti curricula formativi, ciascuno dei quali strutturato secondo contenuti in linea con i profili professionali in uscita (promotori turistici e culturali da un lato, tecnici gestionali dall’alto).
Il bacino di utenza cui si rivolge il CdS, concorrenziale rispetto a quelli attualmente attivi nelle Università di Palermo e Catania, coinvolge potenzialmente almeno l’intera area della Sicilia orientale e della Calabria: una macro-regione che da sola detiene una quota primaria del patrimonio culturale, paesaggistico e storico dell’area del Mediterraneo. Con 9 siti Unesco distribuiti tra le due regioni, con un patrimonio materiale e immateriale tra i più suggestivi al mondo, l’area “ultra” e “citra-pharum” si configura come una delle mete turistiche di maggiore attrazione: tale da richiedere l’apporto di competenze capaci di rispondere con efficacia alle esigenze di un turismo sempre più esigente, attento ai temi della sostenibilità ambientale, della valorizzazione delle realtà territoriali, della promozione dell'immagine dei luoghi oggetto dei flussi turistici. A queste competenze di natura specificamente culturale, i laureati del CdS potranno associare quelle economico-gestionali, così da accedere a una formazione composita e il più possibile adeguata a ciò che attualmente esige il mondo del turismo.
Il progetto culturale e formativo del CdS risponde dunque a una pluralità di motivazioni, di ordine appunto scientifico-disciplinare, di ordine professionale legate al mondo del lavoro e alle ricadute che in un territorio comunque economicamente depresso potrà avere l’attivazione del percorso formativo; di ordine didattico.
Le motivazioni scientifico-disciplinari sottendono un progetto culturale certamente ambizioso, ma non utopico: la cultura è un bene non soggetto a svalutazione, ma è anche un settore che esige consapevolezza, conoscenza, capacità previsionali. Posto che è fondamentale considerare il patrimonio culturale nella sua essenza di bene trasmesso e trasmissibile nelle migliori condizioni di conservazione, e che resta aliena dal progetto qualunque ipotesi di “mercificazione” e di “economizzazione” spinta della cultura, la promozione turistica del territorio attraverso competenze dinamiche e moderne è probabilmente la risorsa principale che può attivare un processo di crescita economica, sociale, culturale in assenza di altri poli industriali e produttivi. Laddove ovunque in Italia, nell’ottica della delocalizzazione e della spinta forsennata all’abbassamento dei costi produttivi, l’industria ha arretrato considerevolmente la sua forza trainante l’economia, il turismo resta una risorsa dalle potenzialità ancora tutte da esprimere. Mettere “a sistema” un bene culturale e farne una risorsa economica che il più possibile sia rispettosa di quelle peculiarità: questa è in fondo la missione, una delle tante, che si prospetta ai laureati in uscita dal CdS.

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