Prospettive

Sbocchi professionali

I laureati possiedono conoscenze idonee a svolgere attività professionali in diversi ambiti di interesse dell'ingegneria civile, secondo le prescrizioni legislative, quali studi professionali, società di consulenza e progettazione, imprese manifatturiere o di servizi, enti pubblici e privati, gestori e concessionari di opere, reti e servizi. Tali attività, svolte anche in forma di cooperazione associata con altre figure professionali, riguardano la pianificazione, la progettazione, la produzione, la riqualificazione e il recupero, la manutenzione e la gestione, l'assistenza tecnica alle strutture con funzione economico-produttiva e sociale, l'analisi del rischio e la gestione della sicurezza, nelle fasi di prevenzione ed emergenza, di infrastrutture, cantieri, luoghi di lavoro, ambienti industriali ed enti pubblici e privati, con profili di responsabilità previsti dalla normativa in riferimento alla sicurezza e alla salute dei lavoratori, alla sicurezza dei cantieri delle costruzioni e alla sicurezza antincendio.
In termini generali, la figura professionale in uscita, in virtù delle competenze scientifiche maturate, è in grado di condurre a sbocchi professionali riconosciuti dagli Ordini degli Ingegneri.
Sebbene il percorso formativo del corso di studio in Ingegneria Civile sia volto a fornire ai laureati una formazione idonea allo svolgimento delle attività professionali tipiche di un ingegnere junior, esso è orientato verso l'eventuale prosecuzione degli studi nel corso di laurea magistrale.
Anche il percorso formativo in lingua inglese, basato su una robusta acquisizione delle competenze generali relativa alle materie di base, può essere facilmente speso in ambito extra nazionale sia per un immediato inserimento in opportuni contesti lavorativi che per la prosecuzione in corsi di studio riguardanti l’ingegneria civile.

Parere delle parti sociali

La validità delle premesse che hanno portato alla progettazione del CdS, nei suoi aspetti culturali e professionalizzanti, viene costantemente monitorata attraverso un'indagine condotta sulla base di studi di settore, monitorati fin dalla istituzione del Corso, sia a livello provinciale che nazionale e riguardante la richiesta della figura professionale in uscita dal corso di studio.
Nell'ottica di mantenere un più assiduo e costante rapporto con le organizzazioni rappresentative per la produzione di beni e servizi e per le professioni, in occasione del CCL del 14 novembre 2018, veniva istituito il Comitato di Indirizzo, costituito da soggetti che, a differenza delle organizzazioni consultate fino ad allora, possedevano carattere di grande vicinanza culturale con il corso di studio. Il compito era quello di promuovere una più stretta sinergia tra il mondo universitario e quello professionale-imprenditoriale, al fine di orientare la preparazione dei futuri ingegneri in modo più mirato rispetto alle esigenze del mercato del lavoro e nella piena consapevolezza di potere favorire lo sviluppo tecnologico delle costruzioni in modo innovativo e sostenibile. Il rapporto con il Comitato di Indirizzo, sebbene di natura continua, prevedeva dialoghi con frequenza annuale, preferibilmente a mezzo di questionari diffusi tramite posta elettronica, in quanto l’ubicazione delle sedi degli associati, diffusa lungo il territorio nazionale, rendeva complesso l’incontro presso i locali del Dipartimento di ingegneria di Messina. In concomitanza di un’importante proposta di modifica dell’ordinamento didattico, relativa all’AA 2020/21, al Comitato di Indirizzo veniva richiesto un giudizio sulla struttura esistente del Corso di Studio, preceduto da un documento conoscitivo in cui si illustravano sinteticamente le principali peculiarità dell'offerta formativa. In particolare, si chiedeva quali dovevano essere le conoscenze e competenze da impartire ai laureati per formare figure professionali più aderenti al mondo del lavoro, oltre alla richiesta di commenti e suggerimenti utili al miglioramento dell’organizzazione didattica del corso di studio. Successivamente, con riferimento all’AA 2022/23, si verificava la possibilità di estendere la propria offerta ad un bacino che andasse oltre i confini nazionali. Per tale ragione, tra i documenti che hanno costituito la base di supporto decisionale, vi è stato un questionario inoltrato al Comitato di Indirizzo, unitamente ad una breve presentazione dei corsi di laurea attivi nell’area civile (triennale e magistrale), il cui contenuto sollecitava un parere anche del mondo professionale nei riguardi di tale scelta. In generale emergeva che le aziende, le imprese e gli enti necessitano di un numero di laureati in ingegneria civile molto maggiore rispetto a quello che ogni anno i CdS triennale e magistrale riescono a immettere sul mercato. Alla luce di quanto sopra, un ampliamento della platea di giovani laureati in ingegneria civile è apparsa una soluzione certamente attuale nell’ottica delle recenti iniziative governative a livello non solo italiano ma anche europeo che connotano di spiccato dinamismo il settore delle costruzioni, delle infrastrutture, della protezione del territorio.

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