Nella suggestiva cornice di Villa Pisani, sede della Biblioteca della Città di Patti, si è svolta la cerimonia di riconsegna del “Libro Rosso” alla città di Patti e della contestuale presentazione della copia digitalizzata curata dal Sistema Bibliotecario dell’Università di Messina.
L’opera di digitalizzazione è scaturita dall’accordo siglato nel mese di marzo tra l’Ateneo peloritano e la Città di Patti, proprietaria del Libro Rosso, e dal comune intento di dare la massima diffusione ad un documento così significativo per la comunità pattese.
Il libro rosso, così denominato per il colore dell’originale legatura, è un codice cartaceo la cui compilazione, iniziata nel 1561 si deve al volere di alcuni magnifici giurati della città. Si tratta di una raccolta di privilegi, consuetudini, capitoli, ordinanze viceregie, giuramenti di vescovi e di tante altre diverse tipologie documentarie che costituiscono fonti primarie di grande importanza per la ricostruzione della storia civile e amministrativa della comunità pattese.
Il contributo del Sistema Bibliotecario di Ateneo è consistito in un’inedita attività di analisi codicologica, dalla quale sono emersi dettagli importanti, di studio delle filigrane delle carte del manoscritto e di descrizione dei singoli documenti.
Il Libro rosso, nella sua nuova veste di manoscritto digitale, è oggi disponibile al pubblico nella sezione manoscritti del Portale Libro antico dell’Ateneo
Il Convegno, moderato dell’Assessore alla Cultura della Città di Patti, dott. Salvatore Sidoti, ha visto la partecipazione del prof. Luigi Chiara, Prorettore agli Affari generali dell’Università di Messina, del dott. Carmelo Gianluca Bonsignore, Sindaco della Città di Patti, e dei dott. Nunzio Femminò e Orazio Giubrone del Sistema Bibliotecario di Ateneo quest’ultimo, autore di una brillante relazione.
Nel suo apprezzato intervento, il dott. Giubrone, ha illustrato alcune testimonianze più significative emerse dallo studio da lui condotto sull’esemplare: Tra i documenti maggiormente degni di attenzione, ha segnalato la più antica testimonianza tra i 190 trascritti, ovvero il Privilegio di re Ruggero risalente al 5 maggio 1129, e il giuramento del vescovo Simone Rao ai giurati della città del 31 gennaio 1659, che costituisce il documento più recente. Ha poi illustrato la trascrizione di un estratto del Privilegio di re Martino del 1406, datata 4 settembre 1502, che sembra essere il documento più antico tra i 38 documenti originali cuciti nel manoscritto.
Il contributo dell’Ateneo ha reso possibile una conoscenza più diffusa del Libro Rosso, il libero accesso e la consultazione da parte del pubblico interessato oltre alla intrinseca conservazione e preservazione dell’originale. Il manoscritto ha ancora tanto da dire: è una fonte preziosa non soltanto per gli storici del libro, del diritto e delle istituzioni, ma anche per i linguisti, considerando il numero considerevole, ben 152, di testi in volgare in esso trascritti o raccolti.
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