Su "The EMBO Journal", una fra le più importanti riviste scientifiche mondiali, è stata pubblicata una rilevante scoperta scientifica compiuta dal gruppo di ricerca del Laboratorio di Biotecnologie Microbiche dell'Università di Messina. E' stato dimostrato che i neutrofili (una tipologia di globuli bianchi) producono livelli di chemochina Cxcl2 da 5 a 30 volte superiori in risposta al riconoscimento di batteri vivi, rispetto al riconoscimento di batteri morti o a componenti di essi, mentre non vengono prodotti livelli simili di Cxcl1 e di altre citochine pro-infiammatorie. La secrezione di alti livelli di Cxcl2, che attiva potentemente i neutrofili con un meccanismo autocrino, richiede tre livelli di segnalazione. I primi due sono forniti da due diversi tipi di peptidi rilasciati dai batteri vivi, che attivano selettivamente il recettore peptidico formilato 1 (Fpr1) e Fpr2. Il terzo segnale ha origine dall’attivazione dei recettori Toll-like dovuto a componenti microbiche presenti sia nei batteri vivi che in quelli uccisi. Meccanicamente, queste vie di segnalazione convergono a livello della via della p38 MAP chinasi, che porta all’attivazione del fattore di trascrizione AP-1 e all’induzione di Cxcl2. I dati raccolti nello studio, in conclusione, decriptano importanti messaggi molecolari cellulari che stanno alla base di una selettiva attivazione del sistema immunitario quando si trova di fronte a microrganismi in grado di arrecare danno all'ospite. Il lavoro ha coinvolto un gruppo di ricerca interamente afferente all'Ateneo peloritano, cresciuto alla scuola del prof. Giuseppe Teti, che si è avvalso dell'entusiasmo e della fattiva collaborazione di giovani ricercatori formatisi presso UniMe. Lo studio completo è consultabile al link https://www.embopress.org/
Studio UniMe sul comportamento dei neutrofili pubblicato su "The EMBO Journal"