Cardiologia Unime, eseguito trattamento innovativo per la cura dell’ipertensione arteriosa resistente ai farmaci
L’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio per malattie cardiovascolari maggiori come infarto miocardico e ictus. Ogni incremento dei valori sopra la soglia ritenuta normale (130/80 mmHg) determina un incremento molto forte della mortalità. L’ottenimento dei valori quanto più prossimi al valore ritenuto ottimale è di importanza fondamentale per contenere e ridurre la mortalità.
Una quota non trascurabile degli ipertesi non raggiunge il valore ottimale, nonostante assumano numerosi farmaci antiipertensivi.
La tecnica della denervazione renale si basa sull’ablazione tramite radiofrequenza delle terminazioni nervose a livello delle arterie renali. In questo modo, si interrompono processi neuro ormonali che sostengono l’ipertensione arteriosa.
Presso la cardiologia interventistica è stato recentemente trattato il primo paziente mediante tale tecnica innovativa tecnica.
La selezione ed il follow-up del paziente, avvenuta in collaborazione con la nefrologia universitaria, ha sancito l’istituzione di gruppo multidisciplinare che coinvolge cardiologi, nefrologi e specialisti in medicina interna e medicina d’urgenza del policlinico universitario “G. Martino”.
Il gruppo multidisciplinare si prefigge di trattare sempre più pazienti con questa tecnica e di seguirne i risultati che verranno raccolti in un registro prospettico.
Il 20 novembre si terrà a Taormina un congresso su “ipertensione arteriosa resistente e denervazione renale” che vedrà partecipi esperti nazionali e locali per discutere le potenzialità e creare un percorso sinergico fra ospedale e medicina del territorio.