Il lavoro scientifico dal titolo “Influence of Dietary Habits on Oxidative Stress Markers in Hashimoto’s thyroiditis ” di Rosaria Maddalena Ruggeri, Salvatore Giovinazzo , Maria Cristina Barbalace, Mariateresa Cristani, Angela Alibrandi, Teresa M. Vicchio, Giuseppe Giuffrida, Moahamed H. Aguennnouz, Marco Malaguti, Cristina Angeloni, Francesco Trimarchi , Silvana Hrelia, Alfredo Campennì e Salvatore Cannavò, è stato selezionato dall’E-i-C di Thyroid, organo ufficiale dell’American Thyroid Association. e reso disponibile all’URL https://www.liebertpub.com/doi/10.1089/thy.2020.0299. Lo studio è il frutto della cooperazione scientifica fra tre Dipartimenti dell’Ateneo (DIMED, PATOLOGIA UMANADETEV, BIOMORF) e le Università di Camerino e Bologna. La ricerca si basa sulla conoscenza che taluni alimenti e regimi dietetici possono influenzare l’equilibrio dall’organismo umano per mezzo dell’accumulo di radicali liberi che possono favorire lo sviluppo di malattie autoimmmuni fra cui la Tiroidite di Hashimoto, molto frequente nei paesi occidentali. Lo studio dimostra che la dieta mediterranea, basata sul consumo di frutta e verdura , cereali e di grassi vegetali è capace di controbilanciare i processi dovuti allo stress ossidativo e all’infiammazione su cui influisce l’alimentazione carnea. Una alimentazione basata sul quotidiano consumo di vegetali, legumi, frutta fresca e secca, pasta o riso con moderata assunzione di vino rosso, e meno frequente consumo di pesce, carni bianche e uova e più raro consumo di carni rosse fresche e conservate, rappresenta un efficace strumento di prevenzione e contro bilanciamento dell’autoimmunità, essendo ricca in fibre, antiossidanti naturali e vitamine, elementi dotati di attività anti-ossidante, antiinfiammatoria e immunomodulatrice. I risultati dello studio possono avere una immediata applicazione clinico diagnostica (determinazione dei markers di stress ossidativo) e terapeutico-preventiva, grazie a diete personalizzate capaci di prevenire l’evoluzione dell’infiammazione tiroidea e la sua progressione verso l’ipotiroidismo.
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