Sulla rivista scientifica “Nature Communications" è stato pubblicato uno studio di cui è coautore il prof. Giovanni Finocchio, docente di Elettrotecnica presso Università di Messina, afferente al Dipartimento di Scienze matematiche e informatiche, Scienze fisiche e Scienze della terra. Condotta sulla skyrmionica, la ricerca è culminata nello sviluppo di un dispositivo che permette la coesistenza di due fasi distinte di skyrmion magnetici (weak and strong skyrmions).
Contestualmente, la skyrmionica studia le proprietà e le applicazioni degli skyrmions, quasi-particelle protette topologicamente, che possono essere utilizzate per codificare informazione. Ad oggi le strategie per sviluppare memorie skyrmionica si basavano sull’associare un bit alla presenza degli skyrmions ed un bit alla loro assenza. Questo approccio introduce una serie di limitazioni e problematiche nella fase di lettura dell’informazione come dettagliate nel lavoro. Grazie allo studio, svolto in sinergia tra l’Ateneo peloritano (che ha visto anche il contributo della dott.ssa Anna Giordano del MIFT) e lo Swiss Federal Laboratories for Materials Science and Technology, si aprono prospettive diverse per la progettazione di memorie basate sugli skyrmions in cui l’informazione viene codificata nelle due fasi stabili degli skyrmions.