Il Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche ed Ambientali (ChiBioFarAm) dell'Università di Messina, ed in particolare un gruppo di ricerca coordinato dal prof. Domenico Trombetta, ha fattivamente contribuito allo studio, condotto da medici e ricercatori dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che dimostra come l'idrossitirosolo (una sostanza contenuta nell'olio di oliva) migliora lo stress ossidativo, l'insulino resistenza e la steatosi epatica nei bambini obesi e affetti da fegato grasso. Lo studio, inoltre, è stato recentemente pubblicato sulla più importante rivista scientifica del settore, Antioxidant and Redox Signaling. In particolare, l'idrossitirosolo, se usato in dosaggi controllati riduce l'insulino resistenza (primo step verso il diabete tipo II) senza causare aumenti di peso al contrario dell'olio di oliva "intero" che è molto calorico. La sostanza viene assunta in perle facilmente assumibili dai bambini e non presenta problemi di palatabilità o di effetti collaterali (essendo una sostanza naturale). Può essere prescritto da tutti i pediatri che curano bambini con obesità e fegato grasso.
L'obesità, difatti, è uno dei principali problemi mondiali sia nei bambini che negli adolescenti. L'aumento del numero dei bambini con sovrappeso e obesità nei Paesi industrializzati ha portato al parallelo aumento di casi di fegato grasso o steatosi epatica non alcolica (NAFLD). Negli ultimi vent'anni infatti la steatosi ha raggiunto proporzioni epidemiche anche tra i più piccolidiventando la patologia cronica del fegato di più frequente riscontro nel mondo occidentale. In Italia si stima che ne sia affetto circa il 15% dei bambini, ma si arriva fino all'80% tra i bambini obesi. Tra le cause del fegato grasso c'è l'aumento dello stress ossidativo che le cellule subiscono come conseguenza dell'obesità. Per stress ossidativo si intende qualsiasi condizione patologica causata dalla rottura dell'equilibrio fisiologico fra la produzione e l'eliminazione, da parte dei sistemi di difesa antiossidanti, di sostanze chimiche ossidanti. Quello condotto dai medici del Bambino Gesù, con il fondamentale supporto dell'equipe dell'Ateneo peloritano, è il primo trial pediatrico con l'uso dell'idrossitirosolo, un fenolo dell'olio di oliva con elevato potere antiossidante. I fenoli sono infatti dei composti chimici presenti in diversi alimenti e bevande (olio, vino, ecc.) capaci di inibire i processi ossidanti. L'olio d'oliva è l'ingrediente principale della dieta mediterranea, un regime alimentare i cui benefici sono stati più volte dimostrati. Il problema è che per avere il desiderato effetto antiossidante sarebbe necessario usare grosse quantità di olio d'oliva col serio rischio di diventare obesi, poiché l'olio d'oliva è molto calorico. Ma fortunatamente oggi è possibile usare, grazie ai progressi della tecnologia farmaceutica, solo le sostanze antiossidanti dell'olio d'oliva (come appunto l'idrossitirosolo) senza avere l'effetto calorico ma solo gli effetti benefici.
Lo studio ha coinvolto 80 bambini obesi e con fegato grasso e suddivisi in due gruppi da 4. Ad un gruppo è stato somministrato l'idrossitirosolo (in dosi da 7 mg al giorno), all'altro un placebo. A 4 mesi di distanza e senza modificare il regime alimentare è stato possibile osservare tre importanti risultati nel gruppo trattato: il grande miglioramento dei parametri di stress ossidativo(problema risolto in 3 bambini su 4); il miglioramento dell'insulino resistenza; il miglioramento della steatosi epatica che nel 60% dei casi si è risolta.
Studio del ChiBioFarAm e O.P. Bambino Gesù dimostra che l’obesità infantile può essere combattuta con l'idrossitirosolo