Dopo il saluto delle Autorità Accademiche, i ricercatori giapponesi Koichi Hada e Hirotake Kurosawa hanno illustrato le nuove tecniche di analisi fisiche e chimiche e i risultati delle investigazioni endoscopiche e autoptiche effettuate sui Bronzi, mentre Takashi Matsumoto ha presentato i modelli in argilla realizzati per riprodurre i Bronzi secondo le tecniche antiche. Non si tratta di una mera copia delle statue dei due guerrieri di Riace, ma della dimostrazione dell’utilizzazione del sistema della fusione indiretta, secondo i principi dell’archeometria.

Alle ricerche dell’équipe nipponica si sono affiancati i risultati delle indagini scientifiche in campo storico, iconografico e numismatico dei docenti del nostro Ateneo, che si sono soffermati sul collezionismo di opere d’arte in età romana (Prof.ssa Elena Caliri), sull’iconografia monetale degli eroi antichi (Prof.ssa Mariangela Puglisi) e della coppia ninfa-eroe (Dott.ssa Grazia Salamone).

Nel pomeriggio i partecipanti si sono spostati al Museo di Reggio, dove, dopo un’introduzione del prof. Castrizio sull’identificazione dei Bronzi e del Prof. Hada sulla loro coloritura originaria, il Dott. Carmelo Malacrino, Direttore del Museo, ha accompagnato studiosi e il numeroso pubblico in una visita guidata.

Si è trattato di un primo incontro nell’ambito di un progetto di studi e di collaborazione tra i ricercatori del DiCAM e il team giapponese che ha istituito nel sito www.bronziriace.it una piattaforma multimediale di divulgazione scientifica.