Sulla prestigiosa rivista Expert Opinion on Drug Safety è stato pubblicato uno studio che ha visto la collaborazione tra l’UOSD di Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica diretta dal prof. Claudio Romano, il Centro di Regionale di Farmacovigilanza presso l’UOSD di Farmacologia Clinica, diretto dal Prof. Edoardo Spina, e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ha analizzato i dati italiani riguardanti le ADRs (adverse drug reactions) registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza correlate alla somministrazione degli IPP (Inibitori della Pompa Protonica) in età pediatrica.
Esse sono considerate le molecole a più ampio utilizzo nella popolazione generale, con un sensibile incremento nel corso degli ultimi 10 anni. Gli Inibitori della Pompa Protonica (IPP) hanno indicazioni nel trattamento delle patologie gastrointestinali acido-correlate ed agiscono inibendo in maniera specifica l'enzima H⁺/K⁺ ATPasi, noto appunto come pompa protonica, presente sulle cellule che rivestono la parete gastrica (cellule parietali gastriche). In questo modo viene inibito l’ultimo passaggio della produzione di acido cloridrico nello stomaco. Tale inibizione è dose-dipendente ed interessa tanto la secrezione a digiuno (o acida basale) che quella indotta dall'assunzione di cibo. In età pediatrica, l’aumento dell’utilizzo di questi farmaci, spesso con indicazioni off-label, è stato del 120% nel corso degli ultimi 10 anni con vari reports di reazioni avverse. Lo studio in questione è il primo, nazionale ed europeo, che analizza i dati “real life” sulla safety ed i fattori di rischio correlati all’utilizzo di queste molecole nel bambino.