I risultati di uno studio co-condotto dal prof. UniMe Eugenio Cusumano, associato presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, sono stati ripresi all'interno di un recentissimo articolo del New York Times sulla correlazione fra flussi migratori e presenza delle navi ONG lungo le coste europee. "Mentre cresceva la polemica su un 'fattore di attrazione' - cita il testo del quotidiano americano - Eugenio Cusumano e Matteo Villa, ricercatori che studiano le migrazioni, si sono proposti di misurare empiricamente la relazione tra la presenza di navi di soccorso delle ONG e gli attraversamenti di migranti".
Come emerge dall'articolo, utilizzando i dati dal 2014 in poi, Cusumano e Villa non hanno trovato alcun collegamento tra il dispiegamento di navi delle Organizzazioni Non Governative al largo delle coste libiche ed i tentativi di traversata. Infatti, in media, più migranti hanno tentato il viaggio nei giorni in cui non c'erano barche ONG nelle vicinanze. I dati raccolti sembrano suggerire che le attività di ricerca e soccorso in mare possano contribuire a ridurre il numero di morti in mare senza incentivare significativamente le partenze irregolari.
In passato questo studio ha attirato l'attenzione dell'Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR), dell'Organizzazione Mondiale per le Migrazioni e di altre agenzie delle Nazioni Unite. I suoi esiti sono anche stati citati da vari media nazionali e internazionali. Fra questi: the Guardian, Liberation, De Spiegel, Repubblica (in più di 10 Paesi diversi).
Abstract
Sul New York Times i risultati di uno studio su flussi migratori europei e navi ONG co-condotto dal prof. Eugenio Cusumano