Due studenti Unime del CdL magistrale in “Engineering and Computer Science” (corso che viene erogato in lingua inglese), Roberta Maisano e Gianluca Petralia, stanno vivendo un’esaltante e proficua esperienza a Boston. Il loro apporto sta consentendo, da un lato, di realizzare una procedura informatica che facilita il rilascio dei passaporti ai cittadini italiani. Dall’altro, si sta rivelando assai utile per pubblicizzare alcuni dei progetti di ricerca sviluppati da Unime
Roberta Maisano e Gianluca Petralia, in questi mesi, si trovano infatti negli Stati Uniti per uno stage presso il Consolato italiano a Boston. Entrambi si stanno dedicando al progetto di semplificazione dei metodi di lavoro, affiancando il personale del Consolato nelle pratiche di rilascio passaporto, nell’ambito di “Farnesina innova” (selezionato dal Mae tra le buone prassi). Con questo progetto si è cercato di rendere più efficiente l’intero processo di rilascio passaporti, attraverso l'individuazione di una serie di misure quali: l’informazione preventiva ai connazionali circa la prossima scadenza del passaporto; l’utilizzo del sistema prenota-online al fine di acquisire preventivamente le informazioni necessarie al rilascio del documento; la realizzazione di un sondaggio on-line per misurare la “customer satisfaction” di coloro i quali si recano fisicamente in Consolato.
La procedura di rilascio passaporti, tra l’altro, era spesso gravata da numerose problematiche che ritardavano il processo di rilascio. Ora chi si reca presso il Consolato, generalmente, ottiene il passaporto sul momento – ha confermato il Console italiano, dott. Nicola De Santis – proprio perché tutte le verifiche vengono fatte prima della visita: “I risultati sono lusinghieri”, ha scritto il dott. De Santis in una missiva di ringraziamento indirizzata al nostro Ateneo.
I due stagisti, inoltre, hanno presentato nei giorni scorsi, accompagnati dallo stesso Console, il Progetto Arduino, frutto di eccellenze “made in Italy”, in alcune scuole frequentate da studenti statunitensi di lingua italiana. "Gli studenti delle High School – ha aggiunto il Console – si sono mostrati entusiasti di poter conoscere queste nuove tecnologie”. I due stagisti hanno prima parlato della loro esperienza presso l’Università di Messina, illustrando i lavori svolti nell’ambito del Corso di Laurea e legati alla tecnologia Arduino. Roberta Maisano e Gianluca Petralia hanno poi spiegato il progetto #SmartME, relativo alle smart cities, sviluppato da Unime.
Gli studenti, sotto la guida degli stagisti, hanno anche avuto modo di sperimentare le schede sviluppate mediante la tecnologia Arduino.
"Le attestazioni di stima nei confronti dei nostri ragazzi – ha detto il prof. Antonio Puliafito, Presidente del Centro Informatico dell'Ateneo di Messina (CIAM) – pervenuteci direttamente dal Console italiano a Boston, non possono che essere motivo di orgoglio per l'intero Ateneo. In generale, ritengo doveroso ringraziare tutto il personale del CIAM che, da Messina, sta seguendo lo svolgimento delle diverse attività, mettendo a disposizione la sua professionalità. Quanto ci è stato riconosciuto dal console testimonia la qualità delle competenze sviluppate all’interno del nostro Ateneo e, contemporaneamente, ci dà un riscontro di fondamentale importanza sul livello di preparazione raggiunto dai nostri studenti".
“Stiamo vivendo – racconta la dott.ssa Maisano – un'esperienza indimenticabile nel dare il nostro contributo in una città come Boston, dove esistono realtà quali Harvard e MIT. Siamo stati coinvolti in una serie di attività molto interessanti e motivanti. Sono orgogliosa di rappresentare l'Italia e l'Università di Messina. Ringrazio di cuore il Console generale Nicola De Santis, il prof. Antonio Puliafito, il Corso di Laurea in Engineering and Computer Science e tutto il CIAM. Questa collaborazione può essere l'inizio di un legame importante tra l'Università di Messina e il Consolato Italiano di Boston, estendibile anche ad altri Consolati e al Ministero degli Esteri e dell'Interno“.
“In questo periodo trascorso a Boston – spiega il dott. Petralia – ho acquisito un’esperienza unica, non solo per quanto riguarda la crescita lavorativa, ma anche sotto il profilo personale. Infatti, trovandomi a lavorare, a vivere ed a confrontarmi con la società americana, ho avuto modo di apprendere uno stile di vita e modalità di approccio ai problemi della quotidianità diversi rispetto ai nostri. Non si può negare che il costo della vita è molto alto rispetto al nostro, nonostante ciò l’esperienza che stiamo vivendo ci stia ripagato dei sacrifici fatti”.