La rivista "Cancer Cytopathology", considerata la più prestigiosa testata nell'ambito della citopatologia, ha pubblicato i risultati di uno studio internazionale multicentrico in relazione ai riflessi della pandemia COVID-19 sulla diagnostica citopatologica. Lo studio ha visto la partecipazione fattiva di docenti dell'Anatomia Patologica dell'Università di Messina - proff. Fadda , Ieni e Tuccari- ed ha documentato una drastica riduzione del numero dei campioni diagnostici esaminati, indipendentemente dal sito anatomico. Tale dato è stato attribuito alla temporanea sospensione dei programmi di screening o alla riduzione degli esami citologici, ritenuti una procedura diagnostica non a carattere di urgenza in epoca COVID-19. Lo studio ha documentato altresì l'incremento percentuale di casi oncologicamente positivi in fase avanzata, sottolineando il rischio di non ritenere prioritario l'approccio citopatologico, con conseguente ricaduta negativa sulla precocità della diagnosi.