Officine di Cartigliano, azienda veneta leader nel settore delle costruzioni meccaniche ma con una forte spinta all’innovazione per l’area agroalimentare, ha deciso di utilizzare le competenze e le tecnologie dell’Università di Messina nel settore lattiero-caseario.
L’Ateneo peloritano nel presentare all’azienda i laboratori tecnologicamente avanzati e di ultima generazione - spiega il prof. Vincenzo Chiofalo, responsabile scientifico del Progetto- ha superato la concorrenza di altri enti di ricerca. Il contratto sottoscritto con Officine di Cartigliano, della durata di 18 mesi, ha per obiettivo lo sviluppo di tecnologie avanzate per il settore alimentare con particolare riferimento ai processi di trattamento e di conservazione dei prodotti alimentari lattiero-caseari, in atto legati a tecnologie che stanno dimostrando sempre più spesso limiti tecnologici, tenuto conto che il mercato richiede sempre di più prodotti freschi, con specifiche e costanti proprietà organolettiche e caratterizzati da shelf-life sempre maggiori e, ove possibile, la gestione del prodotto fuori dalla catena del freddo.
E’ anche grazie alla disponibilità dell’impianto pilota realizzato con il progetto PanLab a Messina - continua il prof. Chiofalo - che Officine di Cartigliano sta progettando una strumentazione, che verrà installata in collaborazione con Unimelab e che dovrà essere collaudata con processi di trasferimento tecnologico che analizzano la qualità e la conservabilità di differenti tipologie di formaggi verificandone le qualità nutrizionali, organolettiche e sensoriali”.
In questo caso l’Università di Messina utilizza l’unica piattaforma nazionale che abbina impianto pilota per la lavorazione del latte e tecnologie sensoriali avanzate, quali lingua elettronica, naso elettronico e occhio elettronico, con tecniche già collaudate con altri prodotti tra cui il miele ed i preparati a base di carne e quindi capace di definire in maniera esatta lo standard dei prodotti lattiero-caseari. La piattaforma sensoriale è gestita da un software per l’analisi dei risultati che interfaccia tutti e tre gli strumenti, simulando la componente sensoriale umana, ma restando nel campo dell’oggettività e superando i limiti umani legati all’influenzabilità.
“Stiamo lavorando ad una avanzata applicazione della Radio Frequenza- afferma il responsabile scientifico del progetto Dott. Luciano Falqui, e responsabile Progetti di Ricerca e Sviluppo di Officine di Cartigliano SpA. - pertanto nei processi di trattamento ci attendiamo un aumento sostanziale della competitività nel settore alimentare; gli obiettivi a cui mira il progetto si riferiscono alla messa a punto di un nuovo processo per la sterilizzazione di liquidi o semiliquidi riconducibili al settore lattiero-caseario, nonché allo sviluppo ed alla realizzazione di un prototipo su scala semi industriale in grado di validare i risultati sperimentali dei processi in continuo per consentire reali scale-up industriali”.
In questo scenario, quindi, Officine di Cartigliano con la collaborazione tecnica dell’Università di Messina approda in un ambito ad alta concorrenzialità con le multinazionali dell’alimentare ma punta anche ad acquisire potenziali clienti nazionali ed internazionali, tra cui Parmalat, Granarolo, Nestle, Kraft, Knorr, Ferrero, tanto per citarne alcuni.