Un sistema modulare, da applicare alle fondazioni degli edifici, per ridurre i rischi sismici. È il progetto su cui sta lavorando un gruppo di ricercatori Unime, che ha depositato due brevetti, i quali hanno già suscitato parecchio interesse. Alcune istituzioni cinesi, in particolare, si stanno muovendo per valutarne l’applicazione industriale.
Il team è composto dai proff. Bruno Azzerboni, Giovanni Finocchio, Francesca Garescì e dal dott. Orazio Casablanca (Dipartimenti di Ingegneria e di Scienze matematiche e informatiche, Scienze fisiche e Scienze della terra. I ricercatori dell’Ateneo operano in collaborazione con un gruppo dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) coordinato dal dott. Massimo Chiappini.
Il sistema propone una soluzione per la protezione sismica che trasferisce il concetto di cristallo magnonico, utilizzato per il filtraggio delle onde di spin, al mondo della sismica per filtrare onde sismiche. In sostanza, si tratta di un meta materiale in grado di “ingabbiare” le onde e neutralizzare gli effetti della scossa sull’edificio.
Un prototipo è stato già rilasciato a seguito del finanziamento di un progetto Pon (VII programma quadro Ue), mentre il Miur ha finanziato gli ulteriori sviluppi attraverso il programma SIES (Strategic Initiatives for Environment and Security), condotto dall’INGV e dall’INDAM (Istituto Nazionale di Alta Matematica).
A breve inizieranno le attività di realizzazione e test del prototipo TRL 7 per avviare il brevetto verso la fase di commercializzazione. Il dimostratore TRL 4, già realizzato e testato, filtra per il 60% l'energia di onde sismiche a frequenze interne al bandgap della fondazione composita.
Nel frattempo, il progetto ha attirato l’attenzione anche della stampa specializzata, visto che Il Sole 24Ore gli ha dedicato un approfondimento nell’inserto Sanità & Ricerca.