Organizzato dal Laboratorio per le riforme e dall’Università di Messina, l’evento è stato introdotto dal prof. Giovanni Moschella, Prorettore vicario dell’Ateneo e coordinato dal dott. Luciano Ghelfi, Quirinalista del Tg2. Hanno partecipato il prof. Antonio Iannuzzi dell’Università Roma Tre, il prof. Alessandro Morelli dell’Università di Messina, Direttore del Laboratorio per le riforme, e la prof.ssa Francesca Rosa dell’Università di Foggia.
L'iniziativa - ha commentato il prof. Moschella, vuole essere una riflessione ad ampio raggio sul processo politico-elettorale che ha condotto alla rielezione del Presidente Mattarella e, più in generale, sulla figura del Presidente della Repubblica e sulla forma di governo. Alcuni elementi - ha aggiunto - hanno un po' distorto il procedimento istituzionale di elezione del Presidente. Basti pensare all’iniziale autocandidatura di Berlusconi o alla proposta di elezione della seconda carica dello Stato, la Presidente del Senato Casellati. Ulteriore torsione, sotto il profilo del metodo, è stata la possibilità di un’elezione dell'attuale Presidente del Consiglio Draghi, che avrebbe posto questioni non irrilevanti sul piano istituzionale oltre che su quello politico. Abbiamo assistito, ha poi continuato il prof. Moschella, a una rivalsa dei parlamentari rispetto alle forze politiche in campo; lo stesso Mattarella, prima di accettare la riconferma, ha preteso che fossero i Presidenti dei gruppi parlamentari, e non i segretari di partito, a chiedergli di scendere nuovamente in campo. Tutto questo ha sollecitato, dopo la rielezione di Sergio Mattarella, una serie di proposte volte all’adozione di un sistema di elezione diretta. A questo proposito, ha continuato il prof. Moschella, se non appare opportuno introdurre un meccanismo di elezione popolare del Capo dello Stato, a meno che non si voglia procedere a una vera e propria torsione della forma di governo, si potrebbe pensare al divieto di un secondo mandato presidenziale e alla contestuale abrogazione del semestre bianco.
L'intervento del prof. Iannuzzi si è, invece, concentrato sull’impatto della rielezione di Sergio Mattarella sulla forma di governo e sulle problematiche connesse alla revisione della legge elettorale. Si è sottolineata, in particolare, la cattiva abitudine, tutta italiana, di aprire questo capitolo sempre in ritardo, spesso in prossimità delle tornate elettorali.
Sulle prospettive di riforma relative alle modalità di designazione del Presidente della Repubblica e, in particolare, sulla proposta di introdurre l’elezione popolare del Capo dello Stato e su quella di vietare la sua rielezione si è, invece, espresso il prof. Morelli, che, da un lato, ha manifestato la preoccupazione di un’alterazione dell’equilibrio tra i poteri nel caso in cui si trasformasse la forma di governo in senso semipresidenziale senza rafforzare l’assetto dei contropoteri e il sistema delle garanzie e, dall’altro, si è mostrato perplesso verso un eventuale divieto di rielezione del Capo dello Stato, che introdurrebbe nel sistema un elemento di rigidità dagli esiti non facilmente prevedibili.
La prof.ssa Rosa ha, infine, approfondito l’ipotesi di una riforma in senso semipresidenziale della forma di governo italiana, nel contesto di un’analisi di diritto comparato. Ha messo in luce, in particolare, come si debba parlare di differenti tipi di semipresidenzialismi, potendo tale forma di governo funzionare concretamente in modi anche molto diversi tra loro.