In queste settimane sono in corso alcune delle numerose attività di scavo archeologico dell’Università di Messina, dirette da docenti del Dipartimento di civiltà antiche e moderne (DiCAM), con il coinvolgimento di tantissimi studenti del CdS triennale in Lettere, curriculum archeologico, e del CdS Magistrale Interclasse Tradizione classica e Archeologia del Mediterraneo e con importanti ricadute nel settore della Terza Missione: le ricerche vengono effettuate sia in Italia - Sicilia e Calabria - che all’estero - Turchia, Grecia ed Egitto -.
Villa Romana di Patti Marina (Patti-ME)
Dal mese di maggio sono in atto lavori di rilievo delle strutture della Villa Romana di Patti Marina e di studio dei materiali recuperati nel corso delle precedenti campagne (2015-2018), in collaborazione con la Soprintendenza Beni Culturali di Messina, sotto la Direzione del Prof. Gioacchino Francesco La Torre.
Il progetto riguarda interventi di scavo nell’area posta ad Est del corpo principale della villa, occupata da un impianto termale e da strutture altomedievali.
Nella foto: I vani del caldarium delle Terme della Villa Romana di Patti Marina
Antica Blanda sul Palecastro di Tortora (Tortora-CS)
Nel mese di giugno si è svolta la quarta campagna di scavi sul Palecastro di Tortora, sito dell’antica città di Blanda, sotto la direzione scientifica del Prof. Fabrizio Mollo, con apposita concessione del Mibac.
Del sito conosciamo l’articolata storia insediativa, dal VI-V sec. a.C., fino all’epoca romana, quando ospita una colonia Julia, che vive fino agli inizi del V sec. d.C., grazie agli scavi effettuati dall’Università di Messina nel periodo 2001-2008 (Prof. La Torre) e poi dal 2016 (Prof. Mollo).
Gli scavi estensivi hanno permesso di riportare alla luce ampi settori dell’abitato ed il Foro.
La sinergia tra l’Università di Messina, il Comune di Tortora e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone ha prodotto negli anni risultati notevoli, proiettando il sito di Tortora alla ribalta regionale: a breve saranno inaugurati il Parco archeologico, di recente completato, e nuovi allestimenti museali all’interno del Museo di Blanda, di cui il prof. Mollo è anche Direttore Scientifico.
Nella foto: Veduta da drone di parte del Foro e di un settore dell’abitato di Blanda
Il sito di S. Gada di Laino Borgo (Laino Borgo-CS)
Dall’inizio di luglio è in atto la prima campagna di scavi archeologici sul sito di S. Gada di Laino, sotto la Direzione scientifica del prof. Fabrizio Mollo, in regime di concessione dal MiBAC e con un cospicuo finanziamento da parte del Parco Nazionale del Pollino.
Si tratta di un ampio bacino collinare, posto lungo l’alto corso del fiume Lao, al confine tra Calabria e Basilicata. I primi colpi di piccone sul vasto pianoro hanno già permesso di scoprire strutture e materiali riconducibili ad un abitato strutturato di fase arcaico-classica ed ellenistica (VI-III sec. a.C.). Le ricerche preliminari di superficie, condotte nell’ottobre del 2018, indicano un ampio areale di spargimento di materiali archeologici, che delinea un sito di circa 40 ettari di estensione, circondato da aree di necropoli.
Nella foto: Le prime strutture murarie indagate sul sito di S. Gada di Laino
Area demaniale della Catena di Troina (Troina - EN)
Dal mese di giugno è in corso la quarta campagna di scavo archeologico sul sito di Troina (EN), progetto diretto dalla Prof.ssa Caterina Ingoglia, in convenzione con il Comune di Troina (che ospita gli studenti), la Soprintendenza di Enna ed il Polo Museale di Piazza Armerina, Enna e Morgantina.
Sta emergendo un interessantissimo palinsesto della storia dell’antica Troina, con evidenze che coprono un ampio arco cronologico, dall’età antica al postmedioevo. A strutture pubbliche, probabilmente di età ellenistica (IV-III sec. a.C.), si sovrappongono abitazioni romane, con pavimenti in cocciopesto e a mosaico, e una fitta necropoli di età tarda cui segue, a sua volta, un cimitero più recente, forse relativo ad un episodio di peste del XVII secolo. Allo scavo delle tombe si sta affiancando lo studio antropologico e paleopatologico dei resti ossei, condotto da esperti di fama internazionale.
Nella foto: Veduta dall’alto del settore di scavo
Alesa (Tusa, ME): Santuario di Apollo
Dal 2017 ha preso avvio un progetto di ricerca archeologica sul santuario di Apollo, posto sull’acropoli di Alesa, una delle città più importanti della costa tirrenica della Sicilia in ellenistico-romana; il progetto è condotto in collaborazione con la Faculty of Classics dell’Università di Oxford, sotto la direzione dei Professori Lorenzo Campagna e Jonathan R.W. Prag.
Il santuario era composto da tre edifici di culto, che si ergevano su una monumentale piattaforma rettangolare alta circa 4 metri al centro del pianoro dell’acropoli. Gli scavi stanno rimettendo in luce, oltre ai resti delle strutture dedicate al culto, numerosi frammenti degli arredi architettonici e scultorei del santuario e di vasellame per lo svolgimento dei rituali.
Per ulteriori informazioni si rimanda alla Pagina facebook:
https://www.facebook.com/Halaesa-Santuario-di-Apollo-missione-archeologica-italo-inglese-971859372979315/
Nella foto: Veduta della piattaforma sull’acropoli di Alesa
Quartiere abitativo di età ellenistico-romana nella Villa San Pancrazio (Taormina (ME)
A partire dal 2015, sotto la direzione del Prof. Lorenzo Campagna e in collaborazione con il Parco Archeologico di Naxos e la Soprintendenza di Messina, il Dipartimento conduce scavi all’interno del parco dell’Albergo San Pancrazio, uno degli alberghi storici di Taormina, eretto agli inizi del ‘900.
Le ricerche, rese possibili dalla collaborazione e dal generoso supporto degli attuali proprietari dell’immobile (Società Luxury Collection Srl), interessano una delle aree archeologiche più estese dell’antica Tauromenium e sono finalizzate, tra l’altro, al restauro e alla valorizzazione del complesso in vista di una futura apertura al pubblico. Gli scavi stanno riportando alla luce parte di un quartiere residenziale della città di epoca ellenistica e romano-imperiale, con tre sontuose abitazioni in un eccezionale stato di conservazione, con cortili porticati, pitture parietali di notevole qualità e pavimentazioni con mosaici policromi. Alle abitazioni si sovrappongono strutture e tombe di epoca bizantina e medievale, offrendo così un eccezionale spaccato dell’intero arco di vita della città antica.
Per ulteriori informazioni si rimanda alla Pagina facebook:
https://www.facebook.com/domusdivillasanpancrazio/?ref=br_rs
Nella foto: Veduta di una delle case romane presso Villa San Pancrazio a Taormina
Il sito archeologico di Sofiana (Mazzarino-CL)
Dal 2009 l’Università di Messina è impegnata nel Sofiana Project, nato come una collaborazione internazionale con la Cornell University (USA) e l’Università di Cambridge (UK), proseguito come collaborazione con l’Università di Trento, la Soprintendenza di Caltanissetta ed il Polo Museale di Piazza Armerina, Enna e Morgantina, sotto la Direzione dei Proff. Gioacchino Francesco La Torre ed Emanuele Vaccaro.
Si tratta di un importante sito posto lungo l’antica strada Catania-Agrigento, a soli km. 6 di distanza dalla famosa Villa del Casale di Piazza Armerina. Il sito presenta una eccezionale stratificazione, che documenta dodici secoli di vita ininterrotta, dall’epoca augustea a quella federiciana.
Nella foto: Veduta dal pallone dell’area centrale di Sofiana (a destra le Terme, a sinistra l’abitato)
Hierapolis di Frigia (Turchia)
Dal 2006 un’équipe di archeologi del Di.C.A.M., guidata dal Prof. Lorenzo Campagna, conduce ricerche archeologiche nella città romana di Hierapolis di Frigia, in Turchia. L’équipe opera all’interno della Missione Archeologica Italiana a Hierapolis di Frigia (MAIER), fondata nel lontano 1957 e composta da archeologi provenienti da numerose università italiane (oltre Messina, Lecce, Padova, Venezia, Firenze, Milano-Cattolica, Torino, Roma-Sapienza) e dal C.N.R. (IBAM), sotto la direzione di Francesco D’Andria, al quale nel 2017 è subentrata Grazia Semeraro (Università del Salento).
L’équipe messinese, formata da ricercatori, dottorandi e laureati in Archeologia dell’Ateneo, svolge ricerche su due fontane monumentali pubbliche, il Ninfeo dei Tritoni ed il Ninfeo del Santuario di Apollo, caratterizzate entrambe da un eccezionale stato di conservazione e da un ricchissimo apparato decorativo marmoreo.
Per ulteriori informazioni si rimanda alla Pagina facebook:
https://www.facebook.com/Maier-Missione-Archeologica-Italiana-a-Hierapolis-di-Frigia-367057596703289/
Nella foto: Il ninfeo del santuario di Apollo a Hierapolis
Nella foto: Ricostruzione 3D del ninfeo dei Tritorni
Skotoussa (Pharsalos-Grecia)
Dal 2014 è attiva la missione UniME che opera a Skotoussa, una delle principali città della Tessaglia. Le ricerche, condotte in collaborazione con il Ministero per la Cultura Ellenico (attraverso l’Eforia di Larissa) e con la Scuola Archeologica Italiana di Atene, si avvalgono del supporto del Comune di Farsalo e di contributi dell’Università di Messina e del MAECI.
Le ricerche fin qui condotte, sotto la direzione del Prof. La Torre, con la collaborazione di molti docenti del DiCAM (Proff. Campagna, Mollo, Ingoglia, Puglisi, Donato), del Dott. Alessio Toscano Raffa (CNR-IBAM), di dottorandi, laureati, laureandi e studenti, hanno finora ottenuto risultati ragguardevoli per la conoscenza della città, ampia 60 ettari e in precedenza del tutto sconosciuta. In particolare, sono stati portati alla luce un importante edificio pubblico monumentale databile tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C., e la porta Est del circuito murario.
Nella foto: Veduta della porta Est di Skotoussa
Nella foto: Veduta da drone del grande edificio pubblico di epoca ellenistica
Antinoupolis (Egitto)
Gli scavi archeologici sul sito di Antinoupolis, la città fondata sulla riva est del Nilo in Medio Egitto dall’imperatore Adriano nell’ottobre del 130 d.C., risalgono agli ultimi decenni del 1800, grazie all’attività dell’egittologo francese Albert Gayet.
Dal 1935 la concessione archeologica è passata all’Università degli Studi di Firenze, il cui Istituto Papirologico «G. Viteli» tuttora la detiene. Dal 2000, e fino ad oggi, la conduzione-direzione dello scavo è in collaborazione con l’Università di Messina, nella responsabilità dei professori Rosario Pintaudi e Diletta Minutoli.
Si tratta dello scavo greco-romano più importante in Egitto: un’area urbana e cimiteriale di più di 5 km quadrati, che restituisce vari materiali archeologici di pregio, tra i quali spiccano quelli scritti (iscrizioni, ostraka, papiri, stampigliature sul limo), che a migliaia sono stati recuperati nel corso di questi ultimi decenni.
Lo studio di questi materiali è anche di pertinenza dell’equipe dell’Università di Messina, i cui papirologi e numismatici hanno partecipato all’edizione dei quattro volumi finora pubblicati di una serie dal titolo significativo, Scavi e Materiali, nel cui comitato scientifico e direttivo figurano i responsabili messinesi dello scavo.