Concluso il Convegno Our planet, our health

"Abbiamo bisogno di un “nuovo spirito ecologico” del quale siano protagoniste le nuove generazioni!" Con questo auspicio, formulato dal prof. Giuseppe Giordano, Ordinario di Storia della Filosofia e Direttore del DICAM, si è chiuso il Convegno Our planet, our health svoltosi nell’Aula Magna dell’Università di Messina gremita fino alla massima capienza. Dopo i saluti istituzionali, l’evento, organizzato dall’Università di Messina e dall’Associazione Alumnime per celebrare la giornata mondiale della salute, si è aperto con la relazione introduttiva del prof. Angelo Federico, ordinario di diritto privato e direttore della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, il quale, dopo aver sottolineato i legami tra salute e ambiente, da considerarsi come due facce della stessa medaglia, ha evidenziato la svolta segnata dalla legge di revisione costituzionale che ha introdotto tra i principi fondamentali la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. Si tratta del punto di approdo al quale ha condotto un movimento di opinione che rivendica maggiore attenzione, da parte dei governanti, alla tutela dell’ambiente e che, come sottolineato dal prof. Giuliano Tardivo, docente di sociologia dell’Università Rey Juan Carlos di Madrid, è divenuto sempre più vasto. L’opinione pubblica è, tuttavia, volatile e, come rilevato dal prof. Maurizio Lanfranchi, ordinario di economia ed estimo rurale, esiste un rischio di involuzione dei progressi segnati dalla green economy determinato dagli effetti economici della pandemia e del recentissimo evento bellico. Occorre, allora, continuare a puntare sulla comunicazione, come sottolineato dal prof. Francesco Pira, associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi. Comunicare è, infatti, indispensabile per far sì che l’ecocidio al quale abbiamo assistito fino ai giorni nostri produca un effetto sociale. La specie umana ha detto il sociologo, richiamando il pensiero di Morin, continua la sua avventura sotto la minaccia dell’autodistruzione; l’imperativo è perciò divenuto: salvare l’Umanità realizzandola. La presa di coscienza della questione ambientale si ripercuote, naturalmente, anche sulla salute mentale. Il nostro cervello elabora, infatti, la preoccupazione per gli eventi catastrofici ma, come spiegato dalla prof.ssa Carmela Mento, associata di psicologia clinica, è possibile mettere in atto una ecosofia basata su sane abitudini, a partire dalla consapevolezza e dalla cura del corpo e dal benessere che percepiamo nei luoghi e contesti di vita. In tal senso un contributo può venire anche dalla tecnica come evidenziato dall’ing. Fabio Famoso, del gruppo di ricerca DRIVES UniMe, ha, che ha affrontato la tematica della mobilità sostenibile con particolare riferimento allo sviluppo tecnologico nel settore Automotive presentando gli scenari attuali e le prospettive future a tutela della salute urbana. In chiusura il dott. Federico Parrinello, dottorando di ricerca, ha illustrato il contributo che anche le scienze giuridiche possono fornire alla tutela dell’ambiente, soffermandosi sul fenomeno della climate change litigation ed evidenziando come i più recenti studi scientifici costituiscano un fondamentale supporto nelle controversie ambientali per dimostrare la correlazione tra le condotte inquinanti soprattutto delle grandi multinazionali e gli effetti catastrofici che si verificano soprattutto in determinate aree geografiche. Alla manifestazione hanno partecipato oltre duecento studenti del Liceo Classico G. La Farina già avviati in un percorso di approfondimento delle tematiche ambientali nell’ambito del PCTO su Diritti fondamentali e transizione ecologica, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza (resp. Prof. Francesco Rende). Il comitato scientifico del convegno è composto dai proff.ri Carlo Giannetto, Francesco Pira e Francesco Rende.
 
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