“Only One Earth: a 50 anni dalla conferenza di Stoccolma”

Si è tenuto nei giorni scorsi un webinar dal titolo “Only One Earth: a 50 anni dalla conferenza di Stoccolma”, per celebrare la prima conferenza a livello mondiale sull’ambiente che si tenne tra il 5 e il 16 giugno del 1972.

L’incontro, organizzato dalla professoressa Marcella Distefano e dai dottori Letizia Valentina Lo Giudice e Livio Scaffidi Runchella, è stato patrocinato dal Comitato unico di Garanzia ed inserito nel ciclo di lezioni del Dottorato di Ricerca in Scienze Giuridiche.

La dott.ssa Lo Giudice ha introdotto l’incontro, illustrando le finalità del Seminario e sottolineando come il successo della conferenza di Stoccolma fu legato alla Dichiarazione di principi e all’istituzione del Programma delle NU per l’Ambiente (UNEP). L’adozione dei 26 principi, contenuti nella Dichiarazione, può considerarsi una tappa fondamentale per la definizione della nozione di sviluppo sostenibile. Questi hanno, infatti, rappresentato il punto di riferimento per i provvedimenti di protezione ambientale, specialmente legati al clima, e per l’evoluzione del diritto internazionale in questo settore.  

La prof.ssa Distefano, associato di diritto internazionale e delegato CRUI alla cooperazione allo sviluppo dell’Università degli Studi di Messina, ha evidenziato come la Dichiarazione di Stoccolma abbia gettato le basi per la costruzione del diritto internazionale dell’ambiente e che, nonostante la sua natura soft, molti dei principi in essa enunciati sono diventati norme consuetudinarie o principi generali o hanno costituito la premessa per la conclusione di numerosi trattati internazionali in materia. La loro valenza è stata, inoltre, avvalorata dalla giurisprudenza internazionale ed interna, come dimostra da ultimo la storica decisione del Tribunale olandese nel caso Shell.  

Successivamente il dott. Andrea Rizzo, Programme Officer, United Nations Environment Progrramme (UNEP), si è soffermato sul ruolo dell’UNEP nella definzione dell’agenda in materia di tutela dell’ambiente, sulle sfide che si dovranno affrontare nel prossimo futuro e sull’evoluzione del multilateralismo nell’assunzione di misure e politiche comuni e coordinate.

La dott.ssa Federica Violi, Associato di Diritto Internazionale dell’Erasmus University Rotterdam, ha esaminato il ruolo degli attori non statali nell’ambito del contenzioso in materia di cambiamento climatico e del contenzioso in materia di investimenti rispetto all’adozione di “misure ambientali” da parte degli Stati.

Il dott. Scaffidi Runchella, Assegnista di Ricerca in Diritto Internazionale dell’Università degli studi di Messina, ha affrontato il tema dei modelli di produzione e consumo, evidenziando che l’idea, secondo la quale le innovazioni tecnologiche potranno consentire una crescita continua nel quadro dell’attuale paradigma di crescita economica, è allo stato tutt’altro che dimostrata.  

Infine, il dott. Marco Caravello, Assistant Program Officer presso Italian Diplomatic Academy di Verona, ha illustrato l’impatto della produzione industriale militare sul cambiamento climatico, con particolare enfasi sulle ragioni che impediscono la tracciabilità delle emissioni e sulla corsa agli armamenti durante la pandemia ed il conflitto russo-ucraino.

Si è poi sviluppato un interessante dibattito, nel corso del quale sono emersi ulteriori interessanti elementi di riflessione.

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