Grande interesse per il convegno su Nuove frontiere della Scienza e Tutela della Salute

Circa 500 studenti provenienti da 20 differenti corsi di laurea hanno assistito al Convegno su Nuove frontiere della scienza e tutela della salute svoltosi il 7 aprile tramite la piattaforma Microsoft Teams per celebrare la Giornata Mondiale della Salute.

La manifestazione, come ha ricordato la prof.ssa Vittoria Calabrò, Presidente di Alumnime, che ha portato anche i saluti del Magnifico Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, ha rinnovato la sinergia tra l’Università di Messina e l’associazione degli ex allievi e si colloca all’interno di un ciclo di eventi di carattere interdisciplinare organizzato dai prof.ri Francesco Rende e Carlo Giannetto (componenti del direttivo di Alumnime) per celebrare la ricorrenza di alcune “Giornate Mondiali” e porre l’attenzione su temi socialmente sensibili. Come accaduto anche in occasione dell’incontro su Disabilità e ricerca scientifica: verso un mondo inclusivo e sostenibile (svoltosi il 3 dicembre per la Giornata Mondiale delle persone con disabilità), gli organizzatori hanno, altresì, inteso promuovere il dialogo tra studiosi provenienti da settori scientifici differenti (medicina, informatica, ingegneria elettronica, scienze motorie, chimica, economia,  giurisprudenza  e filosofia) per evidenziare come tale interazione possa essere feconda per il benessere della collettività. I lavori si sono svolti sotto la presidenza del prof. Giuseppe Gembillo, professore di Filosofia ed esperto dei rapporti tra tecnologia ed etica. Nella prima relazione, il prof. Giuseppe Navarra (Unime) ha evidenziato quali benefici apporti la robotica nel predisporre ed eseguire gli interventi chirurgici più complessi. In particolare è stata illustrata la procedura che consente di simulare l’intervento, attraverso una consolle robotica, su un modello stampato in 3D  in modo che, successivamente, il chirurgo possa disporre del percorso più sicuro da seguire. Il prof. Massimo Villari (Unime)  ha sottolineato il ruolo strategico che possono assumere l’intelligenza artificiale e la blockchain in ambito sanitario soffermandosi sul progetto Talisman (Tecnologie di assistenza personalizzata per il miglioramento della qualità della vita) portato avanti dall’Università di Messina. E’ stato, poi, il turno di due studiosi del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR). Il prof. Pietro Salvo (IFC-CNR di Pisa) ha approfondito le potenzialità dell’uso della tecnologia indossabile e delle reti di sensori nelle smart city per rilevare i parametri ambientali e consentire la generazione di mappe dettagliate sulla qualità dell’aria e sulle condizioni bioclimatiche. La prof.ssa Claudia Torino (IFC-CNR di Reggio Calabria) ha esaminato i benefici dell’impiego della tecnologia per le persone più anziane al fine di colmare il divario tra aspettativa di vita tout court e aspettativa di vita in buona salute  soffermandosi in particolare sulle applicazioni per il monitoraggio di fattori di rischio, sulle barre intelligenti per ridurre il rischio di cadute dal letto e sui sistemi di telemedicina/medicina personalizzata basati su intelligenza artificiale. Il prof. Rocco Salvatore Calabrò (IRCSS Neurolesi di Messina)   ha analizzato l’importanza della robotica e della realtà virtuale nella riabilitazione dei pazienti con patologie neurologiche, individuando i vantaggi, soprattutto per i casi più gravi di deficit motorio, dell’impiego di alcuni devices robotizzati per il recupero della deambulazione e la funzionalità dell’arto superiore. La dott.ssa Francesca Rigano dell’Università di Messina si è occupata del legame tra la Chimica Analitica e la Medicina, spiegando come la caratterizzazione chimica di tessuti e fluidi biologici possa supportare il medico nella formulazione di trattamenti terapeutici personalizzati in funzione delle caratteristiche genetiche, dello stile di vita, delle condizioni ambientali e dell’alimentazione del paziente. Ed è proprio sull’evoluzione delle abitudini alimentari del paziente che si è soffermato il prof. Maurizio Lanfranchi (Unime) che ha affrontato il tema della riorganizzazione del sistema agroalimentare nel post pandemia ricostruendo l’identikit del consumatore post Covid quale cittadino sempre più attento alla provenienza del cibo (26%),  che considera come driver prioritario negli acquisti la salvaguardia dell’ambiente (22%) e che predilige le tipicità del territorio (16%). La dott.ssa Maria Paola Gervasi (Università Mediterranea di Reggio Calabria) ha ricostruito le criticità che l'applicazione delle nuove tecnologie alla pratica medica solleva sotto il profilo della responsabilità sanitaria puntando l’attenzione sulla necessità di rimeditare il sistema del riparto degli oneri probatori in giudizio in modo da riconoscere al paziente delle facilitazioni probatorie che bilancino l'opacità dei percorsi deduttivi utilizzati dalla macchina e non altrimenti dimostrabili. I lavori sono starti conclusi dal prof. Giuseppe Gembillo il quale, nel manifestare vivo compiacimento per la riuscita dell’iniziativa, ha evidenziato la necessità di ripensare il rapporto medico-paziente troppo spesso frainteso anche dalla giurisprudenza senza cogliere l’effettiva essenza dell’organismo umano che, a differenza dei prodotti dell’ingegno umano, muta continuamente degradandosi. Il compito del medico, ha sottolineato il prof. Gembillo, non può essere quello di “curare” il malato perché tale concezione si addice ad un meccanismo che può preservarsi sempre identico a se stesso; il medico deve, piuttosto, accompagnare il degrado dell’organismo nella maniera migliore possibile. 

Per gli interessati, il video dei lavori sarà a breve pubblicato nella pagina Facebook dell’Associazione Alumnime    
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