Lavoro di fotoreporting riguardante l'inquinamento da plastica nello Stretto di Messina
Il problema dell'estesa diffusione delle plastiche in mare è una tematica ormai ampiamente diffusa. Il fotografo Messinese Davide Bertuccio, coadiuvato dal Prof. Fabio Marino, Coordinatore del corso di Biologia ed Ecologia dell'Ambiente Marino Costiero (BEAMC), insieme ai dottorandi del corso di Biologia Applicata e Medicina Sperimentale Gioele Capillo e Serena Savoca, ha effettuato un reportage sulla distribuzione delle macro e microplastiche nello Stretto di Messina.
Tale area è nota per l'ottima qualità delle acque grazie alle forti correnti che vi insistono dovute all'incontro del Mar Tirreno e del Mar Ionio. Tuttavia a causa della conformazione dello Stretto, caratterizzato dalla presenza di canyon sommersi, questi rappresentano un sito per l'accumulo dei materiali plastici che vi confluiscono trasportati dalle correnti. I detriti plastici nella loro permanenza in ambiente acquatico, deteriorandosi vanno incontro ad una diminuzione delle loro dimensioni, passando così da macro a microplastiche; queste risultano altamente dannose per gli organismi acquatici in quanto possono essere da loro assunte per ingestione, provocando potenziali danni meccanici e tossicologici tutt'ora in fase di determinazione da parte del team di ricerca dell'Università di Messina.
In allegato l'articolo pubblicato sulla Gazzetta del Sud_9-10-19.