[2447/2017] - PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE NEL CICLO DELLA VITA
Corso ad accesso programmato locale
Prof. Massimo Ingrassia
Prova finale
Per essere ammesso a sostenere la prova finale per il conseguimento della Laurea Magistrale in Psicologia clinica e della salute nel ciclo di vita, lo studente deve avere acquisito tutti i crediti previsti dal Manifesto degli Studi, ad eccezione di quelli assegnati alla prova finale, ed essere in regola con il pagamento delle tasse e dei contributi universitari.
La prova finale per il conseguimento della Laurea Magistrale consiste nella discussione pubblica della tesi, relativa a un lavoro originale svolto dallo studente, preferibilmente a carattere applicativo, progettuale o sperimentale, dalla quale la Commissione possa valutare la maturità culturale e scientifica nonché la qualità del lavoro svolto.
Requisiti
Per l’ammissione al Corso di Laurea Magistrale in Psicologia clinica e della salute nel ciclo di vita si richiede:
- il possesso della laurea triennale classe 34 o L-24 conseguita sul territorio nazionale, oppure di altro titolo di studio conseguito all’estero riconosciuto idoneo a garantire l'accesso diretto al CdS;
- il possesso di qualsiasi laurea triennale o diploma universitario di durata triennale conseguito in Italia, purché il titolo di studio già conseguito contenga almeno 88 CFU nei settori scientifico-disciplinari psicologici (da M-PSI/01 a M-PSI/08), con almeno 8 CFU in ciascuno di essi.
Obiettivi
- Fornire una preparazione avanzata di tipo teorico, progettuale e operativo negli ambiti della psicologia clinica e della salute inerenti l'intero ciclo di vita;
- Formare professionisti in grado di eseguire in piena autonomia interventi psicologici diretti alla persona, ai gruppi e ai contesti con obiettivi di prevenzione, diagnosi, sostegno e riabilitazione.
Risultati
Regolarità della carriera (2019: 64,4% di laureati in corso) e soddisfazione per il CdS (2019: 97,7%) si mantengono stabili e sempre positivi: da questo punto di vista è obiettivo del CdS mantenere gli attuali standard di qualità. Il Gruppo di Assicurazione della Qualità ritiene che i tassi di ritardo di carriera e di insoddisfazione siano quelli fisiologici che è nella norma riscontrare tra coloro che frequentano un corso di studi.
Sbocchi professionali
Dopo il conseguimento della laurea magistrale, sono diversi i possibili itinerari da intraprendere, sia per inserirsi in vari ambiti lavorativi attinenti il percorso appena concluso, sia per proseguire gli studi con lo scopo di conseguire una maggiore e più specifica competenza in diversi ambiti psicologici, frequentando Master, Dottorati di Ricerca, Corsi di Specializzazione, partecipando a borse di studio o iscrivendosi, dopo aver superato l'esame di abilitazione, a una scuola di psicoterapia. Il CdS organizza seminari su specifici argomenti che possono motivare il laureato ad approfondire alcune tematiche psicologiche che possono costituire specifici ambiti di specializzazione in campo professionale.
Cosa si può fare dopo la Laurea in “Psicologia clinica e della salute nel ciclo di vita”?
L'esame di abilitazione all’esercizio della professione dopo un tirocinio annuale di 1000 ore (suddiviso in due semestri) e successiva iscrizione alla sezione A dell’Albo degli psicologi per iniziare a lavorare come Psicologo.
Ulteriore formazione post-laurea:
Insegnamento nelle scuole secondarie di secondo grado
Iscrizione a Scuole di Specializzazione (ad esempio, di Psicoterapia)
Master universitari di II livello
Dottorati di Ricerca
Sbocchi lavorativi per lo psicologo (iscritto alla sezione A dell'Albo):
- libera professione;
- nei servizi diretti alla persona (quali i servizi sanitari) con compiti di prevenzione, diagnosi e riabilitazione;
- nelle attività di consulenza a enti pubblici e privati con finalità di sostegno e cura alla persona;
- quale mediatore tra le diverse istituzioni, in grado di facilitarne la collaborazione, in riferimento ai disturbi e disagi di pertinenza dello psicologo;
- nella ricerca di base e applicata.
Lo psicologo può :
- esercitare funzioni di elevata responsabilità per l'analisi degli aspetti psicologici, l'individuazione degli indicatori di rischio e la programmazione di interventi a favore dello sviluppo della persona e delle relazioni tra persone e gruppi;
- redigere diagnosi (in riferimenti a disturbi cognitivi, affettivi e socio-relazionali);
- prestare consulenza sia a privati che a enti pubblici, sia per analisi individuali che per aree di intervento, per la realizzazione di interventi di prevenzione del disagio;
- in sintesi, coprire ruoli di responsabilità per l'analisi psicologica con particolari competenze per il disagio psicologico e comportamentale.