[1350/2014] - GIURISPRUDENZA
Prof. ssa Francesca PELLEGRINO
Prova finale
Secondo l'art. 13 del nuovo Regolamento del CdS (v. testo allegato), sottoposto al Consiglio di Dipartimento e al Consiglio di CdS in seduta congiunta il 30 maggio 2019, e approvato dal Senato Accademico e dal CdA nella seduta del 6 giugno 2019, la prova finale per il conseguimento della Laurea Magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza consiste nella discussione pubblica della tesi (ossia un lavoro originale), svolta dallo studente, di fronte ad una Commissione che deve valutare la maturità culturale e scientifica, nonché la qualità del lavoro. La Commissione per la valutazione della prova finale è nominata dal Direttore, su proposta del Coordinatore del CdS. La Commissione è composta da almeno sette membri, la maggioranza dei quali sono professori di ruolo dell'Ateneo, titolari di insegnamento nel Dipartimento. Lo studente e il Relatore, nella preparazione della tesi, possono avvalersi della collaborazione di un Correlatore, che può essere un docente di altro ateneo, anche estero, o essere figura professionale, anche di altra nazionalità, esterna all'Università. La tesi può essere redatta anche parzialmente o interamente in lingua Inglese o altra lingua dell'Unione Europea, previo accordo col docente relatore. Ai fini del superamento della prova finale è necessario conseguire il punteggio minimo di 66/110. Il punteggio massimo è di 110/110, con eventuale attribuzione della lode, su proposta del Relatore, per le tesi che risultino, a giudizio unanime della Commissione, di alta qualità.
Il punteggio dell'esame di laurea è pari alla somma tra il punteggio di base ed il voto di valutazione della prova finale. Il punteggio di base è dato dalla media aritmetica ponderata rispetto ai crediti e convertita in centodecimi di tutte le attività formative con voto espresso in trentesimi, previste nel piano di studio del candidato, con arrotondamento dei decimi all'unità superiore o inferiore più prossima; alle votazioni di trenta e lode è assegnato valore di 31. Per l'attribuzione dei punti per il voto curriculare la Commissione ha a disposizione fino ad un massimo di 4 punti, che possono essere assegnati adottando i seguenti criteri: mobilità internazionale con acquisizione di CFU; conclusione degli studi in corso; acquisizione di almeno due lodi nelle materie caratterizzanti; tirocini formativi e di orientamento presso aziende o enti di ricerca. Per l'attribuzione del voto di valutazione della tesi la Commissione ha a disposizione fino ad un massimo di 7 punti che possono essere assegnati adottando i seguenti criteri: la qualità del lavoro di tesi; l'entità dell'impegno profuso nella realizzazione dell'elaborato (ad es. tesi in lingua straniera); la capacità dello studente di conoscere gli argomenti del suo elaborato e la principale bibliografia di riferimento e di saperli collegare alle tematiche caratterizzanti del suo corso di studi; la capacità di esporre in maniera fluida gli argomenti del suo elaborato e di trarre conclusioni coerenti con i risultati ottenuti; la capacità di sintetizzare, in maniera puntuale ed esaustiva, il lavoro effettuato ed i risultati raggiunti, entro il tempo assegnato per l'esposizione; la capacità di rispondere alle domande poste dalla Commissione in maniera spigliata e pertinente.
La prova finale consiste nella discussione di un elaborato scritto su di un argomento attinente ad una disciplina, compresa di regola nei SSD qualificanti l'indirizzo prescelto, nella quale il laureando abbia sostenuto l'esame: nell'elaborato vengono presentati i risultati di un lavoro di ricerca, sviluppato autonomamente dallo studente sotto il controllo di un docente del corso.
Il lavoro per la redazione di tale elaborato, che costituisce un momento fondamentale nel completamento del percorso formativo, contribuirà a rafforzare nel laureato le capacità di misurarsi in un lavoro di ricerca e di stendere i risultati delle proprie riflessioni in modo chiaro ed approfondito, mettendo anche a frutto le conoscenze acquisite con lo studio degli insegnamenti affini ed integrativi, che qualificano l'indirizzo negli ultimi due anni.
La riduzione a 9 del numero dei CFU previsti per la prova finale, rispetto al precedente ordinamento didattico, va appunto inquadrata nella nuova articolazione del corso di laurea, che prevede negli ultimi due anni 30 CFU di insegnamenti affini ed integrativi qualificanti l'indirizzo prescelto dallo studente, il cui approfondimento costituisce base adeguata per la ricerca e l'elaborazione del materiale bibliografico necessario per la redazione della tesi, assegnata di norma su materie coerenti con l'indirizzo.
Il voto di laurea, espresso in centodecimi, con eventuale lode, viene attribuito dalla Commissione, su proposta del relatore, sulla base dei risultati della intera carriera dello studente all'interno del corso di studio, dell'elaborato scritto e della sua discussione orale.
Requisiti
Le modalità di ammissione per l'a.a. 2019-20 risultano dal nuovo regolamento didattico del Corso, sottoposto al Consiglio di Dipartimento, in seduta congiunta col Consiglio di CdS del 30 maggio 2019 e approvato dal Senato Accademico e dal CdA nella seduta del 6 giugno 2019. Ai sensi dell'art. 5 dello stesso Regolamento (v. testo allegato), per l'ammissione al CdS si richiede il possesso del titolo di scuola secondaria superiore previsto dalla normativa vigente o altro titolo riconosciuto dagli organi competenti dell'Università. La verifica viene effettuata mediante test TOLC SU (Studi Umanistici) CISIA, che saranno erogati nelle date stabilite e opportunamente pubblicizzate sul sito. La Commissione test del CdS, riunitasi in data 23 luglio 2019 per deliberare in merito alla tipologia di quesiti da inserire nel test TOLC, ha previsto che il test sia composto da 30 quesiti di comprensione del testo, 10 quesiti relativi alle competenze acquisite negli studi e 10 quesiti di ragionamento logico. Ha inoltre stabilito che il test si supera rispondendo correttamente a 16 domande e che non è prevista alcuna penalizzazione per le risposte errate. Nel caso in cui la verifica della preparazione non abbia esito positivo, saranno assegnati degli obblighi formativi aggiuntivi (OFA) da soddisfare nel primo anno del Corso. Con verbale del Consiglio di Dipartimento e di CdS del 9 settembre 2019 si è stabilito che, in caso di mancato superamento del test, gli studenti saranno tenuti a frequentare un corso di recupero di 12 ore su “Metodo e ragionamento giuridico”, tenuto dal Prof. A. Lo Giudice, con verifica finale, al fine del recupero degli OFA (Obblighi Formativi Aggiuntivi). In caso di mancato assolvimento degli OFA, lo studente sarà iscritto come ripetente al primo anno di Corso.
Obiettivi
Il Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza mira a far conseguire la completezza della formazione nei diversi settori professionali cui il titolo dà accesso. A tal fine, assicura l'acquisizione sia dell'insieme delle conoscenze essenziali in campo giuridico, attraverso lo studio analitico ed interdisciplinare delle varie branche del diritto, con elementi di approfondimento, anche di carattere storico, utili a valutare l'evoluzione degli istituti del diritto positivo, sia di particolari abilità, indispensabili nell'affrontare problemi interpretativi e applicativi del diritto, comprese le tecniche di una buona metodologia di analisi e di aggiornamento. Il relativo percorso di studi attua un indirizzo formativo coerente rispetto alle rinnovate esigenze dei vari settori professionali cui possono accedere i laureati della classe, orientando i contenuti agli obiettivi formativi qualificanti definiti dal D.M. 25 novembre 2005, che si intendono in questa sede integralmente richiamati e recepiti. In conformità a tali obiettivi, il Corso fornisce, anzitutto, una solida formazione di base e caratterizzante, attraverso l'insegnamento approfondito delle materie di studio relative ai diversi ambiti disciplinari di cui al menzionato decreto. Il contenuto dei diversi insegnamenti, per risultare sempre coerente con gli obiettivi formativi della classe di laurea e con le rinnovate e sempre più complesse esigenze dei vari settori professionali cui possono accedere i laureati della classe, è costantemente aggiornato, sviluppato in forma interdisciplinare, tesa a stimolare l'acquisizione e l'affinamento di una buona metodologia interpretativa, di buone capacità analitiche e sintetiche, di conoscenze su cui basare valutazioni di carattere critico, nonché delle abilità richieste per cogliere le implicazioni e connessioni sistematiche dei problemi giuridici.
Pur nella unitarietà del percorso formativo, sono poi proposti, mediante una congrua diversificazione degli insegnamenti affini e integrativi, sei indirizzi (storico-giuridico, filosofico-giuridico e filosofico-politico; privatistico; pubblicistico; commercialistico-navigazionistico; internazionalistico, comparatistico e dell'Unione europea; penalistico) finalizzati ad una migliore caratterizzazione del predetto percorso formativo per consentire al laureato l'acquisizione di competenze e conoscenze specifiche in determinati settori utili nella prospettiva di una successiva specializzazione professionale post laurea. Pertanto, se, da un lato, il curriculum del Corso di laurea presenta contenuti formativi molto articolati, con un numero significativo di insegnamenti attivati e una elevata diversificazione delle materie di studio, dall'altro lato, attraverso la previsione di una base formativa vincolata e caratterizzante, raggiunge l'obiettivo fondamentale di dare al laureato un forte legame sistematico ed interdisciplinare tra le varie conoscenze giuridiche, unitamente alle conoscenze e competenze necessarie per affrontare successivamente con successo percorsi variegati e differenziati.
I suindicati obiettivi di formazione sono, in linea di principio, comuni alle diverse aree omogenee del Corso, ossia ai diversi «blocchi tematici» che compongono il piano di studio, costituente la declinazione più particolareggiata, al livello locale, dei già richiamati obiettivi formativi qualificanti definiti al livello nazionale dal D.M. 25 novembre 2005. Le singole «aree di apprendimento» si caratterizzano, altresì, per propri specifici contenuti, dipendenti dai settori scientifico-disciplinari di riferimento e si prestano, con varietà di tecniche e metodologie di analisi, alla preparazione, impiego ed affinamento di particolari abilità e competenze.
Risultati
Attraverso un'efficace e stimolante didattica frontale, arricchita da simulazioni, seminari, laboratori, visite di studio e tirocini, i laureati acquisiscono autonomia di giudizio nella valutazione dei diversi dati normativi o giuridici di vario genere, nonché nell'affrontare i temi sociali, etici, economici, connessi, sviluppando un approccio critico alle problematiche del diritto positivo ed agli orientamenti della giurisprudenza e della prassi. Acquisiscono, altresì, attitudini alla identificazione di scelte interpretative alternative e alla prospettazione autonoma di soluzioni coerenti con il sistema normativo. L'efficacia della formazione è attestata dall'alto numero di laureati che ogni anno superano brillantemente prestigiosi concorsi pubblici, quali quello in magistratura o notarile, quello per commissari di polizia o di consigliere di Prefettura ecc.
In sintesi, il Corso si caratterizza per essere incardinato in una struttura dalle nobili tradizioni, per l'alta qualità della docenza, per il taglio teorico-pratico dell'attività didattico-formativa, per la preparazione specialistica e multidisciplinare offerta, per un efficace servizio di tutorato didattico, nonché per una formazione post-laurea d'eccellenza.
Sbocchi professionali
La laurea magistrale in Giurisprudenza dà accesso a numerosi sbocchi professionali per l'esercizio di funzioni caratterizzate da elevati livelli di competenza e di responsabilità. Essa consente, in primo luogo, di indirizzarsi all'esercizio delle professioni legali (avvocatura e notariato e magistratura ), ma offre, inoltre, significative opportunità lavorative in vari campi di attività sociale, socio-economica e politica, nelle istituzioni, nelle pubbliche amministrazioni, nelle imprese private, nei sindacati, nel settore del diritto dell'informatica, nel settore bancario e assicurativo, nel settore del diritto comparato, internazionale e comunitario (giurista europeo) e nelle organizzazioni internazionali.
Parere delle parti sociali
Per offrire le migliori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro al termine del percorso formativo, la progettazione del Corso di studio ha rielaborato le indicazioni propositive espresse dalle principali organizzazioni rappresentative della produzione di beni e servizi e delle professioni. In una prospettiva tesa a valorizzare la dimensione tipicamente e prettamente nazionale e sovranazionale che caratterizza il profilo delle principali professioni cui dà accesso la laurea magistrale in Giurisprudenza, l'attivo coinvolgimento delle organizzazioni rappresentative non si è limitato alla rilevazione delle specifiche dinamiche della domanda di formazione a livello locale, ma ha contribuito ad approfondire la definizione più generale delle conoscenze e abilità che il laureato dovrebbe conseguire per intraprendere con successo, e in un mercato del lavoro sempre più globalizzato, la propria carriera lavorativa e professionale. Oltre a frequnti confronti informali, si sono tenuti due incontri ufficiali, uno nel 2013 e l'altro nel 2016 e una terza riunione, nell'otobre 2018, propedeutica alla visita della Commissione CEV.
I rappresentanti delle categorie professionali hanno espresso vivo apprezzamento per la discussione e gli esiti dell'incontro, nonché per il livello del Corso, sebbene abbiano richiesto un potenziamento delle prove scritte e delle conoscenze professionalizzanti, nonché dell'approccio multidisciplinare ai temi trattati, aspetti sui quali sono state già introdotte misure correttive. Quanto alla modalità e cadenza delle consultazioni, i rappresentanti delle parti sociali hanno concordato con la proposta, avanzata dal Direttore del Dipartimento, di istituire una sorta di canale di comunicazione permanente, capace di garantire una sorta di riflessione e confronto continuo tra gli organi di gestione dei Corsi incardinati nel Dipartimento e i rappresentanti delle categorie professionali maggiormente interessate. I presenti hanno concordato sul fatto che le modalità attraverso cui attuare tale confronto debbano essere il più possibile agili e snelle, avvalendosi in particolare degli strumenti di comunicazione e consultazione telematica.
Di rcente è stato istituito un nuovo organo, il Comitato di indirizzo, che prevede un ampio coinvolgimento, non solo dei rappresentanti delle professioni legali tradizionali, ma anche di innumerevoli altri Enti ed Istituzioni che operano in svariate realtà territoriali e lavorative. Con verbale del Consiglio di Dipartimento del 30 maggio 2019 sono stati designati come componenti del Comitato permanente di indirizzo i rappresentanti del Consiglio Notarile di Messina, Barcellona P.G., Patti e Mistretta, dei Magistrati e dell'Ordine degli Avvocati di Messina, della Provincia, del Comune, della Questura, della Prefettura, della Camera di Commercio, la Confcommercio, la Confindustria, la Confesercenti, la Capitaneria di Porto e dell'Autorità portuale di Messina, della CGIL, CISL, UIL, dell'Ordine dei Commercialisti, degli Ordini dei Consulenti del Lavoro di Messina e di Reggio Calabria, dell'INPS, dell'INAIL, dell'Ispettorato del lavoro, della Federpol, dell'Ispettorato del lavoro e del Centro per l'impiego. Il Comitato di indirizzo si è riunito in data 16 luglio 2019 (v. verbale allegato nel sito del Dipartimento https://www.unime.it/sites/default/files/Comitato%20di%20indirizzo%202019-07-16.pdf ) e, dopo aver sottolineato che una delle maggiori criticità del corso di laurea, il calo degli iscritti, presente un po' in tutti i Dipartimenti di giurisprudenza italiani, è da ascriversi anche al deficit demografico, ai fini del potenziamento del CdS e della riduzione del numero dei fuori corso, ha suggerito di effettuare un attento monitoraggio delle materie che registrano i maggiori insuccessi, sì da incidere in maniera mirata e di sensibilizzare gli studenti, con tutti gli strumenti possibili, sull'importanza di affacciarsi al mondo del lavoro prima possibile, atteso che le possibilità di accesso si riducono fortemente con l'età. Inoltre è emersa la raccomandazione di valorizzare sempre di più i seminari interdisciplinari, che coinvolgono docenti di diverse discipline su temi di attualità, di ridurre gli attuali indirizzi, prevedendone uno di orientamento alla pubblica amministrazione, di incentivare le prove scritte, di garantire il coordinamento tra i docenti nell'offerta didattica, eliminando doppioni e sovrapposizioni nei programmi, di mantenere sempre alta la qualità della didattica, nel rispetto della tradizione, che ha fortemente valorizzato la preparazione teorica, senza perdere di vista gli aspetti pratici e applicativi, di incentivare la frequenza alle lezioni, di erogare un'offerta didattica attenta alle esigenze del mercato del lavoro (ad es. potenziando il diritto doganale e il commercio internazionale). Si è previsto di riunire nuovamente il Comitato di indirizzo all'inizio del nuovo a.a. 2019-20.